Un nuovo percorso che risponde all’esigenza di costruire l’autonomia progettuale e finanziaria della propria impresa culturale in questa fase di ripresa post-pandemica, sviluppando capacità di fare rete, trovare finanziatori e implementare la propria mission nel nuovo contesto. Tenendo presenti esperienze e best practice in ambito culturale, artistico e sociale, che hanno dimostrato la capacità di trasformarsi e leggere i territori, rispondendo ai nuovi bisogni emersi con la pandemia.
Modelli di Business ibridi
I modelli di business pre-covid, mostrano la corda. E’ tempo di rinnovamento, i profondi cambiamenti culturali e tecnologici intervenuti hanno bisogno di nuove figure professionali, investimenti e competenze digitali. Andando a riprogettare attraverso il design thinking, il modo nel quale si crea valore e si coinvolgono gli investitori. Sapendo che tra la cultura e altri settori, possono crescere sinergie positive e innovazioni, basate su quelle che alcuni analisti definiscono complementarietà strategiche.
Quest’ultime, assieme all’accellerazione digitale, aprono a nuove opportunità nel rapporto con settori diversi quali ad esempio la salute, l’istruzione e lo sviluppo territoriale. Pensiamo all’importanza di arte e cultura per il benessere e la salute mentale delle persone. Oppure alle nuove interazioni tra mondo della cultura e istruzione, ad esempio nella costruzione di percorsi scolastici, in relazione a digitalizzazione, educazione e spazi museali
Nella ripresa le imprese culturali possono giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo delle aree metropolitane e in quelle interne del paese. Ad esempio nella progettazione ( o rigenerazione) urbana post-pandemica. Così come si possono riconsiderare i modelli di crescita rispetto all’ambito del turismo, andando verso nuove nuove sinergie tra cultura, settori tradizionali e turismo sostenibile.
La considerazione strategica riguarda prima di tutto il cambiamento di mindset di chi fa l’impresa, perchè tra la fase pre e quella post-pandemca, ll mondo e i bisogni delle persone sono cambiati. Pensiamo al fundrising e alle dinamiche nell’allocazione delle risorse, tutto spostato (comprensibilmente) verso progetti socio-sanitari da finanziare, ma dove andrà domani? E’ necessaria una visione ecosistemica, allacciando nessi tra attività che fino ad ieri erano considerate collaterali e che oggi possono risultare strategiche.
Con la postilla che non esiste una formula magica o un unico modello. Bensì modelli diversi, a seconda del contesto territoriale, degli attori in campo, degli obiettivi e dei settori da ibridare.
Il Canvas per la cultura
Rimane strategico il ruolo delle community che ognuno ha a riferimento, per favorire dinamiche di co-creazione e distribuzione del valore economico, culturale e sociale, anche tra community diverse che possono entrare in relazione. Per arrivare a una sostenibilità economica in una dimensione ecosistemica dell’agire, con il supporto di partner pubblici e privati, sempre più necessari.
Il Canvas per le Imprese culturali è nato dallo studio e l’utilizzo del Business Model Canvas e del Mission Model Canvas. Ideato con una licenza creative commons, integra nuove e diverse funzioni, mutuate da organizzazioni e case studies di imprese culturali internazionali.

Diviso in nove blocchi e realizzato specificamente per le imprese culturali serve a:
- Realizzare la Mission della propria organizzazione
- Generare gli elementi di sostenibilità economica,
- Attivare le community di riferimento nella co-creazione di valore
- Coinvolgere con proposte di valore dedicate, finanziatori e donatori
- Implementare l’innovazione digitale, integrandola nel modello di business
- Ibridare settori e attività
Per concludere, un percorso che prevede un primo incontro gratuito a distanza (in video chiamata), per conoscerci, capire le vostre esigenze, verificando che lo strumento e la metodologia siano adatte ala vostra attività, personalizzando al meglio il percorso.
Se interessati compilate il form qua sotto, per una consulenza gratuita in videochiamata: